Per il turismo, e per affari, nel 2016 in Italia c’è stata una sensibile discesa dei viaggi e dei soggiorni da parte dei cittadini nati in Paesi extra Ue. I visti concessi, infatti, sono stati complessivamente 1,81 milioni con un calo dell’11,3% rispetto al 2015 in accordo con quanto è stato riportato dal ‘Sole 24 Ore’. Questi dati, di conseguenza, a prima vista non rendono l’Italia un Paese molto attrattivo per i cittadini di nazionalità non europea che magari arrivano in Italia semplicemente per viaggiare giocando alle slot da qualsiasi postazione .
Il rilascio del visto da parte della Farnesina, per soggiorni che possono essere di breve come di lunga durata, rappresenta comunque uno strumento essenziale al fine di verificare e di controllare in via preventiva eventuali fenomeni di immigrazione irregolare. Così come il visto permette di verificare che l’entrata in Italia di ogni cittadino straniero sia sempre conforme non solo con l’ordine pubblico, ma anche con la sicurezza nazionale. In un periodo come quello attuale, caratterizzato dai pericoli del terrorismo, l’anno scorso quasi otto visti su dieci sono stati rilasciati per finalità turistiche, ma questi rispetto all’anno precedente hanno fatto registrare una flessione marcata con un -12,5%.
Il 9,2% dei visti di ingresso che sono stati rilasciati nel 2016 riguarda invece, da parte dei cittadini di nazionalità non europea, richieste di soggiorni di breve durata, ovverosia non più di 90 giorni, per motivi di affari. Anche in questo caso la flessione dei rilasci è stata marcata con un -10% anno su anno nel ricordare che la Farnesina rilascia il visto per soggiorni di breve durata, e per motivi di affari, quando il cittadino di un Paese extra UE si ferma temporaneamente in Italia per contatti o per trattative, per finalità economiche o commerciali, per apprendimento oppure per la verifica dei beni strumentali che sono stati acquistati o venduti nell’ambito di contratti di cooperazione industriale.
Per altre due tipologie di visti, invece, l’anno scorso c’è stata una crescita rispetto al 2015. Trattasi, nello specifico, dei visti di ingresso per studio o ricerca, il cui aumento è stato pari al 3%, e quelli che sono stati rilasciati a lavoratori autonomi o subordinati che, provenienti da Paesi extra Ue, hanno svolto l’attività in Italia per un periodo di tempo ben preciso. Nel dettaglio, con i visti per motivi di studio/ricerca l’anno scorso in Italia sono entrati circa 54 mila cittadini stranieri, mentre quasi 21 mila persone hanno ottenuto il via libera all’ingresso nel nostro Paese in qualità di lavoratori autonomi o subordinati.
Per tutti coloro che sono interessati ad ottenere il visto per entrare in Italia, il sito Internet di riferimento è Esteri.it, ovverosia quello della Farnesina. Sul sito sono infatti presenti le risposte alle domande più frequenti relative al rilascio del visto a partire da dove si presenta la domanda, e passando per i documenti richiesti, i tempi per ottenerlo ed i costi. Sempre dal sito della Farnesina è inoltre presente il form online grazie al quale, con sole quattro domande, è possibile sapere se si ha bisogno o meno del visto d’ingresso per venire in Italia. Le quattro domande poste, in particolare, riguardano la nazionalità, il Paese in cui si risiede stabilmente, la durata ed il motivo del soggiorno